La responsabilità civile dei magistrati

Tanto ne è parlato, ma nulla è stato fatto. Nonostante sul tema da anni si auspichi una riforma, la responsabilità civile dei magistrati in Italia è un tema ancora di grande importanza e attualità.

Si tratta infatti della sola figura professionale – a differenza di medici, ingegneri, architetti, ma anche di tutti i dipendenti pubblici – che risponde solo in maniera indiretta del proprio operato.

Si può tentare un’azione contro lo Stato, che poi può a sua volta rivalersi sul magistrato. Ma, come si può intuire, si tratta di qualcosa che accade assai raramente. 

 

LE PRESSIONI SUI GIUDICI: UN ALIBI PER GARANTIRE L'(IR)RESPONSABILITA’ CIVILE DEI MAGISTRATI?

Ora, la figura del magistrato è fondamentale per garantire la corretta applicazione della legge e la tutela dei diritti dei cittadini. Ma allo stesso tempo è soggetta a molteplici pressioni e rischi, tra cui quello di commettere errori. In Italia, la responsabilità civile dei magistrati è regolamentata dalla legge sulla responsabilità civile dei pubblici ufficiali, che prevede una serie di condizioni per l’esercizio della loro attività. In particolare, i magistrati sono tenuti a rispettare i principi di imparzialità e indipendenza e a garantire la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini. Tuttavia, nonostante la presenza di queste garanzie “formali”, i magistrati commettono spesso errori “sostanziali” e adottano decisioni che possono causare danni a terzi.

In questi casi, la legge prevede la possibilità di agire in giudizio per ottenere un risarcimento.

 

TIPI DI RESPONSABILITA’ CIVILE DEI MAGISTRATI

Per quanto riguarda la responsabilità civile dei magistrati, esistono due tipologie:

  • la responsabilità per fatto illecito (si verifica quando un magistrato commette un illecito doloso o colposo, ad esempio violando i diritti fondamentali di un cittadino o commettendo un reato)
  • la responsabilità per atto giudiziario (si verifica quando un magistrato adotta una decisione giudiziaria che causi un danno a terzi, ad esempio negando l’applicazione di una norma giuridica)

Per poter agire in giudizio contro un magistrato,

è necessario che sussistano determinate condizioni che di fatto limitano al minimo la possibilità di “avere giustizia”.

Ad esempio, è necessario che sia trascorso un certo periodo di tempo dalla decisione giudiziaria o dall’illecito commesso, e che sia stata presentata una denuncia all’Autorità giudiziaria competente. Per cui è evidente che questi “limiti” proteggano indirettamente i magistrati. 

 

Inoltre, anche formalmente, la responsabilità civile dei magistrati non è illimitata. Anzi, esistono diverse circostanze che escludono o limitano la responsabilità, ad esempio l’esercizio delle funzioni giudiziarie nell’interesse della collettività, l’assenza di colpa o di dolo, o la mancanza di un nesso causale tra la decisione giudiziaria e il danno.

Questo, sostanzialmente, li rende impermeabili. Ma questo rende squilibrato il rapporto con il cittadino.

Tanto più che i Pm posso privare gli individui della libertà, spezzando vite e rovinando famiglie. Ma sostanzialmente non rispondono mai dei loro errori.