La colpa di una consonante: 22 anni in carcere

In “Brazil”, film del maestro Terry Gilliam che racconta il potere del totalitarismo sulle menti umane e la capacità di coercizione che la burocrazia cinica ha sugli uomini liberi, comincia tutto per una consonante sbagliata. Il protagonista Sam Lowry è un misero impiegato del potente Ministero dell’Informazione a cui viene assegnato l’incarico di rimediare ad un errore di stampa provocato da un insetto finito per caso in una macchina da scrivere. Tuttavia, per quell’errore che ha confuso un certo Archibald Buttle con il terrorista Archibald Tuttle, un uomo innocente e libero viene arrestato, processato, torturato. Tanto da rimanere ucciso. 

 

Angelo Massaro, quando la fantasia diventa un incubo 

Senza svelare l’esito del magnifico lungometraggio, possiamo dire che talvolta ci sono fantasie che anticipano la realtà e si trasformano nel peggiore degli incubi. È il caso di Angelo Massaro, che ha trascorso ingiustamente buona parte dell’esistenza in cella, accusato di aver ucciso il suo migliore amico.

Massaro ha infatti passato ben 21 anni dei suoi 54 dietro le sbarre.

Esattamente dal 1996 al 2017, che è il tempo che ci è voluto perché fosse finalmente riconosciuto innocente, per un errore di trascrizione nelle intercettazioni, per una consonante sbagliata. Anche su di lui è stato fatto un film che si intitola “Peso Morto”, per la regia di Franceso Del Grosso e la produzione dell’associazione Errori Giudiziari.

 

L’incredibile storia

Massaro viene individuato come colpevole per via di una intercettazione telefonica in cui, parlando con la moglie, disse che avrebbe fatto tardi nel rientrare a casa perché doveva trasportare “umuors”, parola che in dialetto tarantino significa letteralmente “peso morto”, oggetto ingombrante, nel caso specifico una pala meccanica per lavorare la terra. Solo che nella trascrizione diventerà “umuort”, il morto. È l’inizio di una serie incredibile di errori che porteranno a un lungo e complicato processo e poi alla condanna.

Se qualcosa poteva andare male nella storia di Angelo, alla fine lo ha fatto. Tranne, forse, il finale. 

 

Il dubbio dell’accanimento

Tuttavia, ad allargare l’inquadratura sulla vita di Angelo emerge che questo arresto e il successivo processo non siano casuali. Infatti, la compagnia dei Carabinieri che lo arresta nel 1996 è la stessa che lo ha indagato e messo dietro le sbarre per un anno nel 1991. Anche allora da innocente. Massaro spiega che

pure la prima volta finii dentro per omicidio, anche se al momento del delitto io fossi nella piazza del mio paesino, Fragagnano, di fronte a tantissimi testimoni. Mi arrestarono, passai un anno dietro le sbarre come carcere preventivo, ma poi mi assolsero e fui perfino risarcito. Semplicemente, ero il capro espiatorio perfetto”.

Il riferimento è a problemi con la droga e con lo spaccio che Massaro aveva avuto da ragazzo.

 

Una persecuzione

Nonostante il cambio di vita, Massaro diventa il colpevole per antonomasia. “Il pm che mi indagò è morto, nessuno degli altri si è scusato. Sbagliare è umano, ammetterlo doveroso”. Però nel 1996, quando una consonante lo porta di nuovo ingiustamente in carcere Angelo è sposato con Patrizia, ha due figli (il primo, Antonio, di due anni e mezzo e il secondo, Raffaele, di 45 giorni). “Quando sono uscito – racconta Massaro – non conoscevo i miei figli. Dobbiamo ancora elaborare quanto è accaduto, ritrovarci. Capita che provino rabbia, verso di me”. 

Quando una consonante può distruggerti la vita. Ma certo ci vuole anche il contributo della malagiustizia.

Se pensiamo che a noi non potrebbe mai accadere e che siano solo episodi, ci sbagliamo di grosso.