Da inquirenti ad inquisiti? Spesso il passo è breve. Come questa volta. Succede a Firenze, città dove sembra facile scivolare giù in un girone infernale dantesco, ritrovandosi a scontare le pene che si erano inflitte ad altri. C’entra l’inchiesta Open e il ministro della Giustizia Nordio… In pratica la procura di Firenze è finita sotto inchiesta per le modalità con cui ha condotto l’inchiesta Open, che ha coinvolto l’ex premier Matteo Renzi. L’inchiesta è stata avviata dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha chiesto l’apertura di un procedimento disciplinare nei confronti dei magistrati fiorentini: Luca Turco e Antonino Nastasi, rispettivamente procuratore aggiunto e suo sostituto.
L’inchiesta Open è stata aperta nel 2019 e ha riguardato le attività della fondazione Open, che è stata fondata da Matteo Renzi e Marco Carrai. I pm fiorentini hanno ipotizzato che la fondazione Open abbia ricevuto finanziamenti illeciti da parte di aziende e che questi finanziamenti siano stati utilizzati per finanziare le attività politiche di Renzi. Nel 2021, la Cassazione ha annullato le misure cautelari che erano state emesse nei confronti di Renzi e Carrai. La Cassazione ha anche stabilito che i pm fiorentini non avevano raccolto prove sufficienti per sostenere le accuse di finanziamento illecito.
Dalla Milano di Tangentopoli alla Firenze di Open
Il ministro Nordio ha chiesto l’apertura di un procedimento disciplinare nei confronti dei magistrati fiorentini per le modalità con cui hanno condotto l’inchiesta Open. Il ministro ha affermato che i pm hanno commesso una serie di violazioni procedurali, tra cui il sequestro di documenti senza l’autorizzazione del giudice. Il procedimento disciplinare è ancora in corso e non è chiaro quali saranno le conseguenze per i magistrati fiorentini. Tuttavia, l’inchiesta Open ha messo in luce una serie di problemi all’interno della procura di Firenze, che potrebbero avere un impatto negativo sull’immagine della magistratura italiana.
Le principali violazioni procedurali dei magistrati sarebbero:
- il sequestro di documenti senza l’autorizzazione del giudice;
- l’acquisizione di informazioni riservate senza l’autorizzazione del Garante della privacy;
- l’utilizzo di intercettazioni telefoniche non autorizzate;
- il mancato rispetto del diritto di difesa degli indagati.
Nordio ha inoltre affermato che i magistrati fiorentini hanno dimostrato una “particolare ostilità” nei confronti di Matteo Renzi, che è stato l’obiettivo principale dell’inchiesta Open.
Dal canto loro i magistrati fiorentini hanno respinto le accuse di Nordio e hanno affermato di aver condotto l’inchiesta Open nel rispetto della legge. I magistrati hanno inoltre affermato che le accuse di Nordio sono motivate da una “vendetta personale” nei loro confronti.
Peccato che gli ispettori inviati a suo tempo da Nordio avevano vagliato tutto il materiale depositato dagli stessi magistrati, inclusa persino una informativa della Guardia di Finanza contenente copia dell’estratto conto di Renzi. Per la serie, evviva la privacy – all’italiana. Eppure la Corte di Cassazione che diceva di non utilizzarle quel materiale. Tanto è vero che l’hanno inviato prima al Copasir e poi al giudice per le indagini preliminari dopo e contro la sentenza della Cassazione stessa che glieli bocciava. Perchè per far funzionare la giustizia, bisogna violare la giustizia stessa?
Come replicano i magistrati di Firenze
I magistrati fiorentini hanno inoltre affermato che l’inchiesta Open è stata importante per la difesa della legalità e che ha contribuito a far luce su una serie di irregolarità che si sarebbero verificate nell’ambito delle attività della fondazione Open. In particolare i magistrati fiorentini hanno affermato:
- di aver condotto l’inchiesta Open nel rispetto della legge e che hanno seguito tutte le procedure previste;
- che le accuse di Nordio sono motivate da una “vendetta personale” nei loro confronti;
- che l’inchiesta Open è stata importante per la difesa della legalità e che ha contribuito a far luce su una serie di irregolarità che si sarebbero verificate nell’ambito delle attività della fondazione Open.
In particolare, i magistrati hanno affermato di aver seguito tutte le procedure previste dalla legge in materia di sequestro di documenti, acquisizione di informazioni riservate e utilizzo di intercettazioni telefoniche. Hanno inoltre affermato di aver rispettato il diritto di difesa degli indagati.
I magistrati hanno inoltre affermato che le accuse di Nordio sono motivate da una “vendetta personale” nei loro confronti. Nordio, infatti, è stato un magistrato di Firenze e ha lavorato a lungo con i magistrati che hanno condotto l’inchiesta Open. I magistrati hanno affermato che Nordio è stato trasferito a Roma in una posizione meno importante a causa delle sue critiche all’inchiesta Open.
Dal tribunale all’arena politica
La Procura di Firenze non lo dice ma pare che Nordio avrebbe avuto contatti diretti con alcuni degli indagati nell’ambito dell’inchiesta. Queste affermazioni, se confermate, potrebbero avere gravi ripercussioni politiche e giuridiche anche per l’intero governo. Ci pensa poi l’ANM (Associazione Nazionale Magistrati) a raddoppiare il carico, esprimendo la propria preoccupazione per le accuse di Nordio nei confronti dei magistrati fiorentini. L’ANM ha affermato che le accuse di Nordio sono “gravi” e “preoccupanti” e che “minacciano l’indipendenza della magistratura”. Sembra che il tempo non passi mai per la giustizia italiana…
L’ANM ha inoltre affermato che le accuse di Nordio sono “infondate” e che “non hanno alcun fondamento”. L’ANM ha inoltre affermato che le accuse di Nordio sono “motivate da una chiara intenzione di delegittimare l’operato della magistratura”. L’ANM ha quindi chiesto a Nordio di ritirare le proprie accuse e di chiedere scusa ai magistrati fiorentini – altrimenti l’ANM intraprenderà tutte le azioni necessarie per tutelare l’immagine della magistratura italiana.
Chissà se mai “usciremo a riveder le stelle”…