Il politico italiano più indagato dai giudici (spoiler: non è Berlusconi)

In un noto film – anzi: “biopic” come si dice ora – viene citato Indro Montanelli che, almeno pare, disse di Andreotti: delle due l’una, o è il più grande criminale della storia italiana repubblicana, che l’ha sempre fatta franca, oppure è il più grande perseguitato dalla giustizia. Oggi, ancora oggi, non c’è una risposta.

Infatti il politico italiano più inquisito dalla giustizia negli ultimi 50 anni (ma, si sa, questo è un primato molto difficile da conservare) è Giulio Andreotti. È stato accusato di una serie di reati, tra cui associazione mafiosa, corruzione, concussione e falso ideologico. Andreotti è stato assolto da tutte le accuse, ma la sua figura è stata comunque macchiata da scandali e inchieste.

Andreotti è nato a Roma nel 1919. È stato un esponente di spicco della Democrazia Cristiana (DC) e ha ricoperto diversi incarichi di governo, tra cui Presidente del Consiglio dei Ministri per sette volte. È stato anche senatore a vita dal 1991 al 2013.

La prima importante vicenda giudiziaria che coinvolse Andreotti emerse negli anni ’90, quando fu accusato di avere legami con la mafia. Queste accuse furono inizialmente basate sulle testimonianze di pentiti mafiosi, che affermavano che Andreotti aveva avuto incontri con boss mafiosi e aveva accettato favori in cambio di protezione politica. Queste accuse portarono ad un lungo processo che durò per gran parte degli anni ’90.

Nel 1995, Andreotti fu processato per concorso esterno in associazione mafiosa. Il processo si concluse nel 1999 con la sua assoluzione “perché il fatto non sussiste”. Tuttavia, la sentenza di assoluzione fu accompagnata da una dichiarazione che riconosceva che Andreotti aveva avuto legami con la mafia fino al 1980.

Nel 2002, Andreotti fu nuovamente processato, questa volta per l’omicidio del giornalista Mino Pecorelli, avvenuto nel 1979. Pecorelli era noto per le sue inchieste giornalistiche che spesso coinvolgevano politici di alto livello, e si sospettava che fosse stato ucciso per aver minacciato di rivelare informazioni dannose su Andreotti. Nel 2002, Andreotti fu condannato in appello all’ergastolo per questo omicidio, ma la sentenza fu successivamente annullata dalla Corte di Cassazione nel 2003.

Nel 2006, Andreotti è stato nuovamente rinviato a giudizio per associazione mafiosa, corruzione e concussione. Il processo si è concluso nel 2010 con la sua assoluzione.

Andreotti è morto a Roma nel 2013 all’età di 94 anni. Portando con sè i più grandi segreti della storia italiana recente – e soprattutto i più grandi criminali.